Scopri come vengono rilevati i terremoti nell’oceano e cosa c’entrano i cavi sottomarini in fibre ottiche: gli esperti ci lavorano
Si è sentito spesso parlare di Terremoti avvenuti in pieno oceano, ma come si fa a rilevare un terremoto in mare aperto, o addirittura nel bel mezzo dell’oceano? Presto detto, sfruttando quello che oggi è il mezzo su cui viaggia internet, cioè 460 cavi sottomarini in fibre ottiche, dato aggiornato al 2021, in grado di collegare l’intero globo. Infatti, la nostra connessione viaggia quasi solamente via cavo, il 97% del traffico internet globale non funziona via satellite, ma con cavi appoggiati negli oceani. Quale mezzo è più adatto per collocare dei sensori per rilevarne i terremoti se non questo.
Il lavoro dei ricercatori
E’ quello che ha fatto un team di ricercatori di Berkeley, in California, ha trasformato km di cavi a fibre ottiche sottomarini, sul fondo dell’oceano, in sensori sismici in grado di rivelare terremoti in mare aperto. Proprio così, i ricercatori hanno scoperto un nuovo sistema di faglia al largo della costa della California, sfruttando una tecnica che funziona inviando impulsi di luce attraverso il cavo e utilizzando la luce che ritorna per rilevare lievi movimenti. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Science. Lo studio ha permesso di fare passi da gigante sul rilevamento di eventi sismici anche se in posti reconditi.
Oggi un sistema moderno che si chiama Global Seismographic Newton permette, attraverso una rete digitale, di utilizzare con oltre 150 stazioni sismiche moderne distribuita in modo omogeneo su tutto il globo dati che possono rendere possibile l’invio di un messaggio di allarme in caso di tsunami nell’oceano indiano, come riporta lo stesso sito INGV.
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