Alessia Marcuzzi ospite da Mara Venier a Domenica In parla della sua esperienza a Sanremo e delle critiche ricevute
Alessia Marcuzzi, presenza fissa nel panorama televisivo italiano, è stata ospite di Mara Venier a Domenica In, programma di Rai 1, in occasione della partenza del nuovo game show “Obbligo o Verità“. Seppur la promozione del suo nuovo programma fosse l’occasione principale, l’attenzione si è concentrata soprattutto sulla reazione della conduttrice alle critiche ricevute per la sua partecipazione al Festival di Sanremo.
La Marcuzzi, con la sua consueta schiettezza, ha affrontato l’argomento, sottolineando la sua filosofia di vita di fronte alle controversie online: “Sono stata molto critica per questo mio modo di fare a Sanremo. Però ci tengo a precisare, non replico mai, però ci tengo a precisare una cosa. Per me le critiche sono fondamentali, io infatti non replico mai, non mi offendo mai, perché è giusto che ognuno la pensi come vuole. ”Come ammesso dalla stessa Marcuzzi, non rimanere in silenzio non significa non essere toccata dalle parole altrui.
Il “shitstorm” e l’accusa ingiusta
La conduttrice ha poi rivelato un aspetto particolarmente doloroso delle critiche ricevute: “C’è stata una cosa, adesso che me lo chiedi, che mi è dispiaciuta…pensa che me l’hanno riferita, perché io mi sono un po’ protetta poi sapevo che a un certo punto, dico eh, vedevo delle facce, ma verso la fine era arrivata questa shitstorm che mi stava accompagnando: troppo simpatica, troppo scanzonata. Così ad un certo punto la cosa che mi hanno detto sul web, ed era abbastanza diciamo prepotente, che sembravo drogata. E’ drogata, è drogata…però la verità è che io non ho mai fumato.”
Questa rivelazione mette in luce la gravità del fenomeno del cyberbullismo e l’impatto devastante che può avere su chi è costantemente esposto al giudizio pubblico. L’accusa di essere “drogata”, infondata e gratuita, evidenzia come la velocità e la diffusione delle informazioni online possano portare a conseguenze dannose per la reputazione di un individuo, senza possibilità di replica immediata e efficace. La sensazione di impotenza di fronte a un tale attacco è comprensibile e merita attenzione.
L’esperienza di Alessia Marcuzzi a Sanremo, dunque, si trasforma in un caso emblematico di come il mondo digitale, pur offrendo opportunità straordinarie, possa anche diventare un terreno fertile per l’odio e la diffamazione. La sua testimonianza serve come monito per tutti coloro che utilizzano i social media, invitando a una maggiore consapevolezza e responsabilità nell’esprimere giudizi, evitando di diffondere informazioni false e offensive.
La vicenda evidenzia l’urgente necessità di un approccio più consapevole e responsabile all’utilizzo dei social media. La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma diffondere accuse infondate, attaccare brutalmente una persona, contribuisce a creare un clima di odio. “Ho una figlia di 15 anni che legge, non è bello“, ha detto.
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