Naike Rivelli provoca con una domanda scomoda sul latte di cane e scatena un acceso dibattito sui social media
Una foto simbolica, una domanda scomoda e una riflessione che ha colpito nel segno. Naike Rivelli, attrice e figlia dell’iconica Ornella Muti, ha acceso il dibattito sui social con un gesto volutamente provocatorio: si è mostrata, nei giorni scorsi, mentre mostra la sua cagnolina, mentre le mugge le sue mammelle.
Il video che ha scosso il web
Le immagini sono state accompagnate con una domanda diretta e spiazzante: “Perché dovremmo trovare disgustoso il latte di cane, ma normale quello rubato ai vitelli?”
Il messaggio non è passato inosservato. Anzi, ha sollevato un’ondata di reazioni, tra chi ha condiviso la riflessione e chi si è detto scioccato dal gesto. Ma proprio in questo contrasto si cela l’obiettivo della provocazione: scuotere le coscienze e far luce sul paradosso culturale che ci porta a ritenere accettabile il consumo quotidiano di latte animale, spesso in quantità eccessive, ma inaccettabile l’idea di latte proveniente da altre specie, culturalmente non canonizzate.
Naike ha posto l’accento su un fatto oggettivo e poco discusso: l’uomo è l’unica specie che consuma latte anche dopo lo svezzamento, e lo fa utilizzando quello destinato ai cuccioli di altre specie. Una pratica che, se vista da una prospettiva esterna, può apparire quanto meno discutibile.
“Abbiamo riempito i banchi dei supermercati di latticini senza lattosio perché ormai siamo intolleranti a ciò che consumiamo troppo”, ha scritto l’artista, sottolineando le conseguenze del sovrautilizzo del latte e dei suoi derivati nella dieta quotidiana.
Nel cuore della sua critica c’è la dissonanza cognitiva che, secondo lei, caratterizza il nostro rapporto con il cibo e con gli animali: “Bere latte di mucca va bene, ma se dici latte di cane o di gatto, scatta il disgusto”. Un riflesso culturale che, con questa provocazione, viene messo sotto la lente.
Per evitare fraintendimenti, Naike ha poi chiarito che nessun animale è stato realmente coinvolto nella scena. Il gesto era simbolico e realizzato con un piccolo biberon contenente latte di mandorle, nascosto dietro la sua cagnolina.
Quello che resta è una domanda che vale la pena porsi: quanto delle nostre abitudini alimentari è frutto di necessità, e quanto è invece il risultato di scelte culturali, automatismi e abitudini che non mettiamo mai in discussione?
Naike Rivelli, con il suo stile diretto e senza filtri, ci invita a riflettere su ciò che diamo per scontato. E se anche il latte, nella sua apparente innocenza, fosse un simbolo di contraddizioni più profonde?
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