Inizia il Conclave 2025: 133 cardinali da tutto il mondo riuniti nella Cappella Sistina per eleggere il successore di Papa Francesco
Città del Vaticano, 7 maggio 2025 – Oggi si chiudono le porte della Cappella Sistina e si apre una delle fasi più solenni e misteriose della Chiesa cattolica: il Conclave. I cardinali elettori, 133 in tutto, provenienti da 71 paesi, si riuniscono a porte sigillate per eleggere il successore di Papa Francesco, scomparso il 21 aprile. Un rito antico, carico di simbolismo e riservatezza, che attraversa i secoli quasi immutato.
Un’elezione “a chiave” tra storia e fede
Il termine “Conclave” affonda le sue radici nel latino cum clave – “chiusi a chiave” – e risale a un’elezione papale particolarmente travagliata nel 1268, quando i cardinali rimasero in stallo per quasi tre anni. Fu allora che, per esasperazione, i cittadini di Viterbo serrarono a chiave i porporati, riducendo loro persino il cibo. La trovata funzionò: nacque così l’odierna prassi, oggi meno coercitiva ma ancora rigorosamente isolata dal mondo esterno.
I cardinali sotto gli 80 anni sono gli unici ammessi al voto. Da stamattina si sono trasferiti nella Domus Sanctae Marthae, la residenza vaticana dove vivranno per tutta la durata del conclave, che può durare da un giorno a settimane intere. Nessun telefono, internet o contatto con l’esterno: il silenzio è legge, e l’ispirazione si affida alla preghiera.
La Sistina come teatro di mistero
La Cappella Sistina, capolavoro di Michelangelo, sarà oggi molto più che un gioiello dell’arte rinascimentale: sarà la cornice in cui si deciderà il destino spirituale di oltre un miliardo di cattolici. L’altare è stato spostato, un’apposita stufa è pronta per bruciare le schede e generare il celebre fumo: nero finché l’elezione non sarà conclusa, bianco quando sarà stato scelto il nuovo pontefice.
Una chicca curiosa: le schede vengono bruciate con un composto chimico segreto che produce un fumo chiaramente nero o bianco, evitando i “malintesi cromatici” del passato. Non mancano nemmeno i controlli anti-spionaggio: l’intera Sistina viene bonificata da microfoni o apparecchi elettronici prima dell’inizio, e persino il camino è monitorato per evitare fughe d’informazioni.
Possibili sorprese e papabili
Tra i nomi che circolano con insistenza, quello del cardinale filippino Luis Tagle e dell’africano Peter Turkson. Ma, come da tradizione, il vero favorito potrebbe essere un outsider: “Chi entra Papa esce cardinale”, recita un vecchio detto vaticano. La scelta potrebbe ricadere su un candidato capace di coniugare la tradizione con la crescente esigenza di rinnovamento.
Chi sono i papabili? I nomi più caldi del conclave 2025
Luis Antonio Tagle (Filippine, 67 anni)
Teologo brillante e comunicatore carismatico, è considerato un volto del cattolicesimo globale. Ex arcivescovo di Manila, oggi è pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Uomo di dialogo, amatissimo in Asia e molto vicino all’impronta pastorale di Papa Francesco.
Peter Turkson (Ghana, 76 anni)
Ex prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è il candidato simbolo di un possibile primo Papa africano moderno. Equilibrato, colto, impegnato su ambiente e giustizia sociale, rappresenterebbe una svolta “verde” e sud del mondo.
Matteo Zuppi (Italia, 69 anni)
Arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è vicino alla Comunità di Sant’Egidio. Viene spesso definito il “Papa di Francesco in versione italiana” per il suo stile pastorale semplice, il suo impegno per la pace (ha svolto missioni diplomatiche anche in Ucraina) e il dialogo interreligioso.
Il mondo guarda a San Pietro. Ogni occhiata al comignolo è una domanda in sospeso. Quando si leverà il fumo bianco, sapremo che la Chiesa ha trovato il suo nuovo pastore. Un momento breve, ma carico di storia, fede e destino.
Cardinale Pietro Parolin (Italia, 70 anni) – Il diplomatico del Vaticano. Nato a Schiavon (Vicenza) nel 1955, Pietro Parolin è uno dei cardinali italiani più influenti. Attualmente è il Segretario di Stato vaticano, cioè il “numero due” della Santa Sede: un ruolo chiave, simile a quello di un primo ministro. È stato creato cardinale da Papa Francesco nel 2014.
Perché è papabile:
Parolin è un uomo di Chiesa, ma soprattutto un maestro della diplomazia vaticana. Ha guidato complesse trattative internazionali, tra cui l’accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi (seppur controverso), i delicati rapporti con la Russia, e il sostegno ai processi di pace in Venezuela, Siria e Ucraina.
La sua esperienza nella Curia Romana è tra le più solide. Viene visto come una figura di equilibrio, capace di garantire continuità con Francesco, ma anche di offrire un approccio più istituzionale e sobrio. È stimato sia dalle ali riformiste che da quelle più conservatrici.
Mite, riflessivo, con una fede solida ma non ostentata, Parolin è un uomo pragmatico. È meno “mediatico” rispetto ad altri cardinali, ma molto rispettato internamente. La sua elezione segnerebbe un ritorno a un Papa italiano, cosa che non accade dal 1978 con Giovanni Paolo I.
Il conclave più lungo della storia
Il Conclave più lungo della storia risale al 1268 e durò fino al 1271 (ben 2 anni e 9 mesi!). Dopo la morte di Papa Clemente IV, i cardinali non riuscivano a trovare un accordo. I cittadini di Viterbo, esasperati, rinchiusero i cardinali a chiave, da questo evento deriva la parola Conclave, e rimossero il tetto del palazzo, lasciandoli esposti alle intemperie e riducendo il cibo. Alla fine, nel 1271, fu eletto Gregorio X.
l conclave più breve della storia
Il Conclave più breve è avvenuto a Roma nel 1503, per l’elezione di Papa Giulio II. La sua durata è stata di sole 10 ore! Il cardinale Giuliano della Rovere era così potente e influente che fu eletto quasi all’unanimità. Entrarono in conclave il mattino del 31 ottobre 1503, e il nuovo Papa fu eletto lo stesso giorno. Proprio questo conclave portò alla nascita delle regole formali del “conclave”, ossia la chiusura con chiave e l’isolamento.
Nel cuore della Sistina, tra affreschi e preghiere, dunque si decide in queste ore non solo un nome, ma una direzione per il futuro del cattolicesimo.
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