Eurovision 2025: la voce di Israele tra fischi, applausi e un televoto che divide l’Europa

Israele vince il televotp dell'Europa a l'Eurovision 2025

Yuval Raphael ha emozionato l’Europa con “New Day Will Rise”, ma l’Eurovision 2025 è esploso tra fischi, bandiere palestinesi e polemiche


La finale dell‘Eurovision 2025 ha portato con sé molte polemiche, le prime scoppiate con la partecipazione della canzone che ha indignato per il gioco sugli stereotipi dell’Italia. Parliamo del brano dell’Estonia, del rapper Tommy Cash, che ha presentato all’evento il brano “Espresso macchiato”. A vincere è stata l’Austria, JJ, nato a Vienna, cantante lirico austriaco-filippino, che ha studiato al MUK, l’università privata di musica e arte di Vienna.

Il successo dell’ Israele

Nonostante le polemiche che l’hanno coinvolta, la cantante Yuval Raphael, rappresentante di Israele all’Eurovision Song Contest 2025, ha descritto il senso più profondo della sua partecipazione. “Cantare per la vita, per il futuro, per la pace”, ha detto. Sopravvissuta all’attacco terroristico del 7 ottobre durante il Festival Nova, la giovane artista ha caricato la sua performance di un valore simbolico fortissimo. Ma l’accoglienza sul palco di Basilea ha raccontato una realtà ben più complessa.

Durante l’esibizione del brano “New Day Will Rise”, trasmessa in diretta in tutto il mondo, il pubblico presente in sala ha reagito con sonori fischi, interrotti solo parzialmente da applausi registrati inseriti in post-produzione. Riprese amatoriali circolate sui social mostrano anche bandiere palestinesi sventolate tra gli spalti, in segno di protesta contro la partecipazione di Israele in un contesto di crescente tensione geopolitica con Hamas.

Tra palco e realtà


A rendere il caso ancora più scottante è la voce, confermata da alcune testate internazionali, che l’organizzazione avrebbe sovrapposto effetti sonori pre-registrati per mascherare i fischi in diretta. Una scelta che ha acceso un acceso dibattito online, tra chi denuncia una vera e propria “censura” e chi difende la volontà di mantenere lo show in un clima neutro e apolitico.

“Manipolazione”, “censura”, “revisione della realtà” sono le parole che molti utenti hanno utilizzato per descrivere quanto accaduto. Ma c’è anche chi invita a non giudicare l’artista in base al Paese che rappresenta: “Si vota la canzone, non lo Stato”, si legge su X.

Il televoto accende nuove polemiche: Israele primo, ma vince l’Austria


Nonostante le contestazioni, Israele ha ottenuto il punteggio più alto dal televoto europeo: ben 297 punti, superando nettamente l’Austria — vincitrice ufficiale della kermesse — ferma a 107 punti dal pubblico.

Un risultato che ha spaccato in due l’opinione pubblica: da un lato chi accusa l’Eurovision di essere ormai “pilotato” e manovrato da interessi politici, dall’altro chi difende il diritto dell’artista di esibirsi, indipendentemente dal contesto internazionale. “Dovete politicizzare persino una competizione musicale. Non rappresentate la maggioranza”, ha scritto un utente, mentre un altro ha commentato duramente: “Che lo Stato più contestato d’Europa sia anche il più votato, è uno schiaffo al pudore”.

Una finale tra musica e geopolitica


Israele ha conquistato un posto in finale, ma il dibattito sul ruolo del Paese all’interno dell’Eurovision è tutt’altro che chiuso. La questione di fondo resta: è giusto permettere la partecipazione di Paesi coinvolti in conflitti armati in un evento che si proclama apolitico?

L’edizione 2025 passerà alla storia non solo per le canzoni, ma per aver evidenziato — ancora una volta — quanto sottile sia il confine tra musica e politica. E quanto facilmente, quel confine, possa essere superato.

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