Il monologo di Clizia Incorvaia a Le Iene scuote il pubblico: “Non aspettate uno schiaffo per dire basta”. Ecco il suo racconto
Un grido di dolore e consapevolezza quello lanciato da Clizia Incorvaia durante il suo toccante monologo a “Le Iene”, un intervento che ha scosso il pubblico e acceso un riflettore importante sulla violenza psicologica nelle relazioni. L’ex gieffina è tornata in tv per un messaggio molto importante.
Un amore che non è amore
“Non aspettate uno schiaffo per dire basta“. Con queste parole Clizia Incorvaia ha aperto il suo discorso, lasciando che il silenzio si riempisse di emozione e verità. L’ex concorrente del Grande Fratello e influencer, oggi madre e donna consapevole, ha scelto un palcoscenico televisivo per raccontare una realtà troppo spesso ignorata: quella dell’amore tossico, della violenza che non lascia lividi visibili ma ferite profonde nell’anima.
Clizia ha raccontato di come certe relazioni comincino come fiabe: ti fanno sentire unica, desiderata, al centro del mondo. Poi, pian piano, quell’incanto si trasforma in un incubo. La voce si abbassa, le parole diventano lame, il silenzio diventa punizione. Si comincia a dubitare di se stesse, a pensare di meritare meno, a sentirsi sbagliate.
La violenza che non si vede
“La violenza parte in silenzio“, ha detto Clizia. Una frase che racchiude l’essenza di tante storie mai denunciate, mai ascoltate. Perché spesso tutto inizia da una battuta che umilia, uno sguardo che giudica, un isolamento mascherato da gelosia. E in quel labirinto fatto di paura, solitudine e sensi di colpa, molte donne restano intrappolate.
La violenza psicologica non fa rumore, ma logora. Distrugge l’autostima, alimenta la dipendenza affettiva, fa sembrare il poco amore una ricompensa. E intanto si perdono sogni, ambizioni, amici, libertà.
Un appello alle donne (e non solo)
Il monologo di Clizia non è solo una testimonianza, ma un appello. A tutte le donne che si sentono svuotate, spente, messe da parte. «Le botte sono solo l’epilogo», ha ricordato. Prima di quel gesto estremo ci sono mille segnali che parlano chiaro: il controllo, le minacce, la manipolazione, le bugie. Segnali che vanno riconosciuti e fermati.
Serve coraggio, sì. Ma serve anche una rete di ascolto, educazione al rispetto fin da piccoli, modelli sani a cui ispirarsi. È tempo di smettere di sopportare, di giustificare, di tacere.
Basta sopportare
Il finale, condiviso su X è una dichiarazione forte e netta: “Non sacrificare te stessa. Basta sopportare“. Clizia lo dice a nome di tutte quelle donne che non hanno avuto voce, che sono rimaste nell’ombra, che hanno creduto che quello fosse l’amore.
Il suo intervento è stato un gesto di generosità, ma anche un invito a guardare dentro sé stessi e a non ignorare più ciò che fa male. Perché ogni donna merita di sentirsi libera, rispettata e amata per quello che è, senza dover mai pagare il prezzo della propria dignità.
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