“Sotto attacco di panico”, il libro di Gabriele Parpiglia racconta la fragilità, il burnout e la ripartenza di un uomo che è rinato
Gabriele Parpiglia, noto giornalista e autore televisivo, ha scelto di spogliarsi di ogni maschera con il suo nuovo libro “Sotto attacco di panico, pubblicato il 27 maggio. Non si tratta solo di un’autobiografia, ma di un atto di coraggio: Parpiglia racconta la sua discesa all’inferno degli attacchi di panico e del burnout con lucidità e dolore, ma anche con un potente messaggio di speranza per chi come lui ha avuto paura di perdere tutto, di non farcela.
Il libro di Parpiglia non edulcora nulla: tra pagine che vibrano di paura e smarrimento, la consapevolezza di chi ha dato molto più di quello che avesse ricevuto. L’autore restituisce al lettore la vera essenza di cosa significhi perdere il controllo, sentirsi inadeguati, soli, e dover ricostruire la propria identità pezzo dopo pezzo. “Vorrei che le mie parole dessero una mano anche a tutte le persone che hanno vissuto e provato situazioni simili”, ha scritto.
Un tema ancora tabù
Il vero merito dell’opera è quello di affrontare con autenticità un tema ancora troppo spesso sottovalutato: la salute mentale. Parpiglia lo fa non da esperto, ma da uomo ferito. Racconta cosa significa svegliarsi la mattina e non riconoscersi più, vivere il successo come una prigione e soffrire in silenzio.
Il burnout viene descritto non solo come una condizione clinica, ma come una frattura esistenziale che può colpire chiunque. “Non è una debolezza, è una chiamata alla consapevolezza”, scrive l’autore, invitando chi legge a non vergognarsi di chiedere aiuto.
La narrazione segue un flusso emotivo potente. Non c’è ordine cronologico, ma una sorta di flusso di coscienza che alterna episodi del passato, riflessioni intime e momenti di svolta. Il risultato è un racconto sincero, crudo e mai vittimistico, suggerendo strategie e pratiche che a lui hanno portato beneficio.
La scrittura è scorrevole, priva di fronzoli, ma densa di significati. Ogni parola sembra scelta con cura, ogni frase è una ferita esposta o una carezza inaspettata. Un libro che colpisce, commuove e spinge alla riflessione. Come il racconto profondo, legato a Maurizio Costanzo, conosciuto grazie a RTL, un rapporto che è andato oltre il rapporto lavorativo, ma la sua scomparsa il 24 febbraio 2023, l’uomo che per lui è stato supporto e guida, nelle fasi più dure della sua vita, la persona alla quale ha deciso di raccontare del suo malessere. Un ricordo che diventa un toccasana oggi che è riuscito ad uscirne e a capire cosa fare in momenti di difficoltà. “Mi faceva sentire capito. valorizzato, con lui potevo abbassare le difese…”
Il giornalista affronta le sue paure, i momenti più bui e la sua ipocondria, “La sindrome del drogato”, come lo definisce lui stesso, che lo assale, l’apnea che lo assaliva quando deve affrontare un viaggio. Non solo, rivive il momento in cui, divorato dal lavoro, ha desistito dall’accettare che qualcosa non stesse andando nel verso giusto, con un chiaro quadro delle umiliazioni subite, prima di dire basta.
Il libro è stato accolto con entusiasmo sia dalla critica che dai lettori, premiandolo con un pieno 5/5, con decine di recensioni che lodano il coraggio dell’autore e la sua capacità di dare voce a chi non riesce a parlarne. Molti lettori si sono ritrovati nelle sue parole, considerandole un balsamo per ferite mai guarite. Non è solo un libro da leggere, ma da vivere, interiorizzare, e magari condividere.
Con “Sotto attacco di panico”, Gabriele Parpiglia firma la sua opera più personale, più coraggiosa e, forse, più necessaria. Un libro che non solo racconta, ma insegna. Insegna che crollare non è una colpa. Che rinascere è possibile. Che parlare fa bene. E che dietro ogni sorriso, anche quello più mediatico, può nascondersi una battaglia silenziosa. Non ancora del tutta vinta. Assolutamente da leggere.
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