Fabio Fognini parla con sincerità nel salotto di Belve, esprimendo delusione e ironia sulla sua carriera e il tennis
Fabio Fognini rompe il silenzio e lo fa nel salotto di “Belve”, dove racconta con onestà tagliente la delusione per l’esclusione dalla Coppa Davis e il mancato confronto con il capitano Filippo Volandri. Un racconto diretto, emotivo, a tratti ironico, in puro stile Fognini.
Le parole del campione
Un campione che si toglie più di un sassolino dalla scarpa. Fabio Fognini, ospite di Francesca Fagnani, ripercorre le ferite ancora aperte del suo rapporto con la nazionale, la scelta di lasciare il tennis giocato e i momenti più oscuri della sua carriera. Ma non manca neppure qualche battuta che stempera la tensione.
Il punto di partenza è l’assenza di dialogo, il riferimento al rapporto teso con Volandri dopo l’esclusione dalla Coppa Davis del 2023:“Non ha avuto il coraggio di dirmi niente. Non mi ha detto niente, non ho nulla da chiarire. Non ho mai avuto confronti, ed è la cosa più ridicola. Essere uomini richiede il confronto e non c’è mai stato. Chiedetelo a Volandri perché mi hanno escluso. Non l’ho accettata e non lo accetterò mai. Nella vita se si hanno problemi si va e si risolve. Da uomini non c’è mai stato questo confronto. ”, afferma Fognini, rivelando tutta l’amarezza per come si è consumata la rottura con la nazionale.
L’episodio che più lo ha ferito riguarda proprio il giorno del suo addio al tennis, annunciato a Wimbledon: “Ero a cena e nel tavolo accanto c’era Volandri: ci ha salutati, ma non ha avuto il coraggio di dirmi nulla, neanche un complimento per la carriera. non mi ha detto niente”.
Un silenzio che per Fognini pesa più di qualsiasi esclusione.
Sul fronte personale, l’ex numero 1 d’Italia sorprende: “Seguo tantissimo il tennis, ma non mi manca: non ho più giocato”. E quando si parla di soldi, Fognini non si nasconde: “Avrei potuto guadagnare molto di più, ma per gli atteggiamenti che ho avuto qualche multa è arrivata!”.
La più salata? Una stangata da 96mila euro agli US Open, per un totale di circa mezzo milione di euro in sanzioni.
Tra fragilità ed ironia
Lo sport, però, non è fatto solo di successi e multe. È fatto anche di fragilità: “La prima volta che ho avuto un attacco di panico è stato al Roland Garros…Credetemi, non sono mai stato così male in vita mia. Non sapevo cosa fare. Mi sono preoccupato tantissimo”. Ricorda nitidamente la notte in cui, alle due di notte, chiese a Flavia di chiamare il fisioterapista perché era completamente in crisi. Solo grazie all’aiuto di uno specialista è riuscito a trovare un po’ di pace: “Ogni volta che uscivo da lui, volavo”. Un’ammissione sincera, che apre uno squarcio sul lato più umano dell’atleta.
Rileva poi che il momento in cui ha deciso di ritirarsi dal tennis è stato per caso: “Prima del ritiro non ho pianto. L’ho deciso sul mio divano, l’ho comunicato a Flavia dopo essermi bevuto una bottiglia di champagne da solo”. Racconta così di aver vissuto la sua carriera tra alti e bassi e di essere riuscito comunque a uscirne senza rimpianti, grazie al suo carattere.
E c’è spazio anche per un momento di leggerezza: quando la Fagnani cita Bukowski, Fognini ribatte ironicamente chiamandolo “Bukowski”, divertendo pubblico e conduttrice. “Non mi è mai piaciuto leggere, quindi andiamo avanti“, risponde senza troppi giri di parole quando gli viene chiesto se conosce Charles Bukowski, lo scrittore a cui è stato paragonato come “il Bukowski del tennis italiano”. Fognini sorride e cerca di evitare la domanda. La Fagnani si arrende e va avanti.
Tra orgoglio ferito, confessioni intime e sorrisi inattesi, Fabio Fognini si racconta come raramente aveva fatto prima. Un ritratto complesso, umano, lontano dalle etichette: quello di un campione che oggi guarda avanti, senza rimpianti ma con la lucidità di chi ha vissuto tutto, nel bene e nel male.
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